CONSERVARE IL CAFFE’ O ALTRI ALIMENTI AROMATICI IN ALLUMINIO
L’alluminio si comporta come una barriera per i gas e i vapori, pertanto risulta essere un materiale molto idoneo nel trattenere gli aromi volatili di alcuni prodotti quali il caffè o il tè. È infatti adatto a preservarne più a lungo le qualità organolettiche e sensoriali.
CONSERVARE L’OLIO E IL VINO IN CONTENITORI SCURI
Bisognerebbe conservare il vino e l’olio in contenitori scuri onde evitare il fenomeno chiamato fotossidazione, che contribuisce all’ossidazione dei pigmenti, con la conseguente formazione di colorazioni che virano dal marrone al rossiccio, e alla perossidazione lipidica: uno dei principali fattori coinvolti nell’irrancidimento dei grassi alimentari.
La conseguenza è la perdita della qualità alimentare e delle caratteristiche organolettiche originarie. Per attivare la reazione di perossidazione, occorre non solo la semplice esposizione alla luce, ma anche all’aria e al calore. L’utilizzo di bottiglie scure, insieme ad una corretta sigillatura, serve a garantire un’idonea schermatura del prodotto dagli agenti ossidativi.
SCONGELARE IL CIBO IN FRIGO O IN MICROONDE
Tenere gli alimenti congelati a temperatura ambiente, prima della cottura, è il modo migliore per fare il pieno di batteri, dato che la maggior parte di essi resiste e si riproduce in range di temperatura molto ampi. Sarebbe quindi idoneo scongelarli in frigorifero per mantenere il prodotto ad una temperatura ancora sufficiente ad impedire una prolificazione veloce dei batteri. La scongelazione avviene in ogni caso dato che il punto di liquefazione del ghiaccio prevede una temperatura superiore agli 0°C e un frigorifero, in media, è impostato a temperature prossime ai +4°C. Un’alternativa potrebbe essere uno scongelamento rapido in microonde e quindi procedere subito con una cottura, in modo che gli agenti potenzialmente patogeni non abbiano il tempo per diffondersi.
Gli alimenti surgelati che devono essere consumati fritti non necessitano di alcun processo di scongelamento.
Restando sul tema delle temperature idonee alla proliferazione batterica, un ulteriore consiglio che mi sento di darvi è quello di far evitare ai cibi cotti lunghe soste a temperatura ambiente prima di consumarli. Quindi: mangiateli subito dopo la cottura oppure riponeteli subito in frigo.
PREFERIRE TAGLIERI E MESTOLI DI METALLO O DI PLASTICA E CAMBIARE SPESSO LA SPUGNA
È risaputo ormai che i taglieri e le tradizionali “cucchiarelle” in legno sono tra le cose più sporche che si possano trovare nelle cucine di tutto il mondo. Il legno è un materiale altamente poroso che presenta superfici rugose che non si prestano affatto bene ai lavaggi e alle sanificazioni. Questa rugosità superficiale funge da ricettacolo di sporcizia e di residui di cibo che a loro volta creano un ambiente molto ospitale per la crescita batterica. A farla da padrona per quanto riguarda la cattiva igiene è proprio lei, quella che dovrebbe essere la regina delle pulizie: la spugna!
Ebbene si, questo oggetto largamente usato nelle nostre cucine contiene una carica microbica superiore a quella presente sulla superficie degli smartphone (che si aggiudicano il 2 posto) e ancora più alta della tavoletta del water.
Questo è dovuto sia al fatto che anche la spugna presenta una notevole porosità, la quale impedisce agli agenti disinfettanti di eliminare tutti i microrganismi presenti all’interno, e sia al fatto che le temperature d’esercizio spesso corrispondono alla nostra temperatura corporea (36°C) la quale rappresenta l’optimum di crescita di molte specie batteriche patogene e non.
TENERE BEN SEPARATI IN FRIGO GLI ALIMENTI COTTI DA QUELLI CRUDI
Il fenomeno viene definito “Contaminazione crociata”: si tratta di una contaminazione dei cibi cotti da parte di quelli crudi che, non essendo stati ancora trattati (lavati, disinfettati, cotti ecc) possono trasferire parte della carica microbica e corpi estranei (terreno, pietre, ecc) ad alimenti già cotti e che quindi non richiedono ulteriori trattamenti termici se non un blando riscaldamento, il quale potrebbe, tra l’altro, anche favorire la prolificazione della nuova flora batterica.
Riguardo questo fenomeno, è bene prestare molta attenzione quando si va a comprare la carne e i salumi dal macellaio: assicuratevi che il vostro beccaio abbia a disposizione due diverse postazioni e due distinte macchine affettatrici (o coltelli) per il macellato fresco e per i salumi.
Il discorso è lo stesso: gli insaccati e i salumi vengono consumati tal quale, senza un successivo trattamento di sanificazione, e affettarli con la stessa affettatrice della carne fresca, che possiede un’elevata carica batterica, potrebbe risultare molto pericoloso.
EVITARE DI CARBONIZZARE I CIBI DURANTE LA COTTURA
La questione delle parti bruciate e carbonizzate non riguarda solo le salsicce e la carne cotta alla brace o con il barbecue ma anche i prodotti da forno e le focacce. Quando il fuoco è troppo forte, l’impasto (o la carne) si carbonizza e nel processo di combustione si sviluppano una serie di sostanze nocive come gli idrocarburi policiclici aromatici, detti anche più semplicemente IPA, che secondo L’EFSA (L’autorità europea per la sicurezza alimentare) sono collegati all’aumento del rischio di tumori. Gli IPA, tra cui figurano i conosciutissimi benzopireni, sono considerati anche dei contaminanti ambientali giacché sono presenti negli scarichi delle automobili e nel fumo di sigaretta. Prestare attenzione alla cottura vi garantisce non solo di mangiare cibi migliori dal punto di vista organolettico e nutrizionale, ma anche più sicuri!
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