Angri, c’è fermento per la Festa patronale di San Giovanni Battista

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La Festa patronale di San Giovanni Battista ad Angri affonda le sue radici in una leggenda di molti secoli fa. Due navi mercantili trasportavano orciuoli di creta dalla costa tirrenica alle terre africane, facendo da spola per molti mesi dell’anno. Da una delle due navi era stata ricavata la statua di San Giovanni, scolpita alla buona da un marinaio di un bastimento, che aveva usato l’albero della nave come materiale costruttivo. La nave, sotto il buon auspicio della statua, riusciva ad assicurare un commercio più redditizio e viaggi più sicuri e veloci all’equipaggio dell’imbarcazione. I marinai dell’altra imbarcazione mercantile, invidiosi della velocità della nave guidata dal “Santo”, in un momento di distrazione dell’equipaggio nemico assalirono la nave contendente trafugando la statua. Successivamente tentarono di darle fuoco senza esito positivo, allora la misero su di un carro trainato dai buoi per disfarsene, leggenda narra che gli animali abbiano smesso di trainare il carro proprio in aperta campagna ad Angri. Alcuni contadini, incuriositi dalla visione della statua, pensarono subito che fosse stata mandata dal cielo e ritennero che fosse di buon auspicio per i raccolti futuri. Successivamente decisero di costruire una chiesa nel punto in cui si era arrestato il carro e da allora San Giovanni venne proclamato Protettore del posto. Ogni qual volta Angri e i suoi abitanti venivano minacciati da una calamità naturale, San Giovanni veniva tirato fuori dalla Collegiata, mettendo fine al flagello. La venerazione per il Santo Patrono di Angri affonda le radici nei primi decenni del ‘600 a seguito di varie calamità naturali. È ancora vivo nel ricordo degli anziani, il miracolo compiuto dal Battista durante l’ultima eruzione del Vesuvio del 1944. Angri fu colpita da una incessante pioggia di lapilli che minacciava non solo l’incolumità degli abitanti ma anche i raccolti. Appena San Giovanni apparve sul sagrato della Collegiata, la pioggia di lapilli, cessò improvvisamente.
La Festa richiama ogni anno, in occasione del 24 giugno e nei giorni sia precedenti che successivi, le folle dell’agro nocerino sarnese e dell’intero comprensorio vesuviano, in passato per le eccezionali gare di fuochi pirotecnici e il caratteristico incendio della torre, ancora oggi per le fastose luminarie e l’intervento dei più apprezzati concerti bandistici nazionali. Fino agli anni’60, nell’abituale e attesissima processione di giugno, l’antica statua lignea di San Giovanni, ricoperta interamente da banconote, veniva accompagnata da “San Giovanniello” il busto argenteo del Patrono, che veniva posto nel “Maio” un particolare carro allegorico intessuto con la paglia, che serviva a raccogliere le primizie dei campi. A conclusione dei festeggiamenti, le primizie venivano date alle donne gravide, come segno di protezione e benedizione da parte del Santo. La tradizione vuole che il volto del Battista, sia stato “oscurato” dal fumo di migliaia di batterie, fatte esplodere ogni anno al Suo passaggio. La festa è molto sentita dal popolo angrese che ogni anno riserva al Santo una serie di appuntamenti, tra sacro e profano, per onorarne la figura e invocare la sua protezione.

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