Mi preme fare chiarezza su uno di quei temi che da qualche anno sta impazzando sui media generando caos e confusione: vi presento sua maestà l’olio di palma. Mi è capitato di leggere moltissime notizie dalla dubbia fondatezza su alcuni blog “green” in cui si parla di “Olio di palma velenoso” oppure di “Olio di palma cancerogeno”. A differenza di quanto detto da questi pseudo-divulgatori, a livello scientifico non può essere attribuito nessun effetto negativo o cancerogeno dell’olio di palma sulla salute poiché non ci sono prove. E non avere prove, a livello scientifico, significa che gli studi effettuati hanno escluso l’ipotesi formulata. Il solo motivo per cui l’olio di palma potrebbe essere considerato dannoso per la salute umana deriva dall’abbondanza di grassi saturi, associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Ne è composto per il 50% circa, mentre in genere gli altri oli vegetali sono più ricchi di grassi insaturi. Figura 1- http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/10/03/non-esiste-la-molecola-di-olio-di-palma-ovvero-gli-oli-spiegati-dallinizio-1/comment-page-2/. _________________________________________________________________________________________________________________________ In uno studio dell ISS, infatti, si legge che i problemi di salute riscontrati in individui che consumano quotidianamente olio di palma si deve non alla tossicità dell’olio di palma in sé ma al conseguente eccesso di acidi grassi saturi nell’alimentazione generale. L’olio di palma può essere fondamentalmente paragonato, a livello salutistico, al burro, spiega in un’intervista sulla rivista Sapere food la dottoressa Elena Fattore dell’Istituto di Ricerche “Mario Negri”. La scienziata ci tiene però a precisare che esso risulta dannoso esattamente quanto gli altri grassi, cioè quando assunto in quantità eccessive. A livello tecnologico l’olio di palma viene scelto principalmente per la sua versatilità: infatti, a temperatura ambiente, esso presenta una struttura solida- semi solida che può soddisfare diversi requisiti di consistenza (soffice, liquida, densa, croccante). L’olio di palma contribuisce a creare la struttura propria di molti prodotti da forno, come i biscotti, a far sì che essi si liquefacciano col calore della bocca e a rallentare il processo di irrancidimento aumentando, così, la shelf life del prodotto (l’irrancidimento aumenta all’aumentare del grado di insaturazione del grasso). Per queste sue caratteristiche strutturali esso non ha bisogno di idrogenazione, ovvero del processo che si utilizza per rendere solido a temperatura ambiente un olio vegetale e che spesso è utilizzato dalle aziende che hanno sostituito proprio l’olio di palma. Tale processo dà luogo, tra l’altro, alla formazione indesiderata di acidi grassi trans i quali hanno un impatto negativo sulla salute cardiovascolare, come dimostrato da numerosi studi scientifici. Quasi tutte le aziende, dato l’infame nome che l’olio di palma si è ritrovato ad avere, lo stanno rapidamente rimpiazzando con altri grassi. Si badi bene, questa non è una presa di coscienza della colpevolezza dell’olio di palma, ma è ovviamente una scelta di marketing dovuta all’ondata di creduloni che ne hanno boicottato tutti i prodotti minando i guadagni. Se l’olio di palma si è rivelato un cancro per qualcuno, ebbene, non lo è stato per l’uomo quanto per l’ambiente. Le vaste coltivazioni intensive di palma da frutto hanno infatti contribuito in enorme parte al processo di deforestazione e alla distruzione di habitat oltre che allo sfruttamento dei lavoratori e alla violazione dei diritti umani. La lotta all’olio di palma, in origine, è sorta da queste problematiche che sono poi state portate avanti gettando gli ami della pericolosità per la salute umana. Questa strategia sicuramente avrebbe portato alla fazione “contro olio di palma” più sostenitori di quanti se ne sarebbero ottenuti attendendosi soltanto alla questione puramente etica e ambientale. Alcune aziende, come la Ferrero, ci tengono a precisare che l’olio vegetale utilizzato nei loro prodotti è esclusivamente olio di palma eco-sostenibile e tracciabile. Ferrero, inoltre, sta lavorando in sinergia con i propri fornitori al fine di evitare la deforestazione, l’estinzione di specie, l’elevata emissione di gas serra e la violazione dei diritti umani. Per la sua posizione pionieristica l’azienda è riconosciuta come un vero e proprio esempio della sostenibilità per l’industria. In conclusione, mi sento di ricordarvi che non bisogna erigere campagne ideologiche senza sufficienti evidenze scientifiche e vorrei, in ultimo, riscattare l’ingiustamente demonizzato olio di palma invitandovi a concedervi, senza remore, una buona fetta di pane e Nutella 🙂
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